CASEIFICIO VAL D’AVETO
Una meravigliosa realtà Ligure ed Italiana.
Nel 1919 una giovanissima ragazza di Cadimare, borgo marinaro del Golfo dei Poeti il cui nome è una carta di identità, appena conseguito il diploma di maestra fu destinata a Santo Stefano d‘Aveto. Accompagnata da suo padre presero il treno da La Spezia a Chiavari poi proseguirono su una carrozza trainata da cavalli e l’ultimo tratto, non breve, lo percorsero a piedi aiutati da alcune guide. Quella fanciulla si chiamava Irma Cleofe e nel suo destino c’era scritto che sarebbe diventata la nonna di mia moglie, quindi, anche mia. Suo padre si fermò forse due o tre giorni, il tempo necessario a trovarle sistemazione presso una famiglia poi prese la strada del ritorno. Irma Cleofe ha sempre portato nel cuore il periodo trascorso a Santo Stefano d’Aveto e l’affetto per gli alunni che riempirono la sua vita all’inizio della carriera.
Tra gli episodi che era solita raccontare ce n’è uno che è lo specchio del tempo: da poco arrivata a Santo Stefano d’Aveto la domenica si recava alla S. Messa e quando entrava, in quanto “foresta” (non del luogo) inevitabilmente suscitava curiosità ed i fedeli si voltavano a guardarla, nella penombra della chiesa la intimoriva l’immagine delle signore vestite di nero con il capo coperto da un fazzoletto nero che viste dall’ingresso sembravano tutte uguali ed il movimento delle teste che si voltavano verso di lei scuoteva all’unisono i triangoli scuri … potete immaginare il suo imbarazzo se dopo oltre 60 anni ancora lo raccontava come un momento di disagio.

Questo aneddoto familiare ci ricorda l’esistenza di un legame sentimentale con la Val d’Aveto, un territorio disegnato con un carattere montano che non ci si aspetta di trovare a soli 40 Km. dalla costa ma si sa … la Liguria è fantastica anche per questo. Noi italiani, siamo talmente abituati a convivere con il bello che ci capita di non apprezzare quanto dovremmo moltissimi luoghi del nostro Paese, nello specifico un illustre letterato, giornalista, scrittore e corrispondente di guerra, Ernest Hemingway, si narra che passando per questa valle al seguito delle Forze Armate degli U.S.A. annotasse la seguente frase: “Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo”.
Ed è in questa Valle che si trova il Caseificio Val d’Aveto, un presidio caseario che attraverso i suoi prodotti “esporta” il patrimonio culturale ed ambientale dell’intera valle oltre i suoi confini naturali.
Come più volte ribadito, per noi è importantissimo scoprire ed evidenziare il collante che ha fatto la storia delle nostre Comunità, tessendo giorno dopo giorno l’incredibile intreccio di valori che hanno portato all’affermazione del Made in Italy in tutto il mondo.

Il marchio “Latte delle Valli Aveto e Trebbia” identifica e salvaguarda l’origine e la genuinità della materia prima utilizzata, proveniente da circa trecento bovine di razza Bruna Alpina o Pezzata Rossa, allevate in 25 stalle. Il latte così prodotto trasferisce ai formaggi il profumo dei pascoli incontaminati perché viene lasciato intero, non scremato, non diluito, non raffinato, non sbiancato, non omogeneizzato, quindi, non priva la natura del suo patrimonio ma mantiene nel prodotto una consistenza che lo differenzia dalla standardizzazione industriale.
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